Stampata da www.kucinare.it il giorno 25 aprile 2024

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Torta rustica di nocciole
di mamma puzzola

Una torta molto semplice, che ricorda la più famosa sbrisolona. Da preparare anche all'ultimo momento o quasi. E, per la cronaca, una delle pochissime che mangia la mia puzzola maggiore (e che sa preparare). Con la favol-ricetta, se volete, da raccontare (regalo di Natale!) per farla con i vostri bambini.

Tempo di realizzazione complessivo
1 h
Ingredienti
- 100 g di nocciole sbucciate
- 100 g di zucchero
- 100 di burro
- 1 uovo
- 100 g di farina bianca
- 100 g di farina gialla
- 1 cucchiaino di lievito per dolci
- aroma di vaniglia.


Tritare le nocciole insieme con un cucchiaio di zucchero e l'aroma di vaniglia nel mixer, fino a ridurle in una granella abbastanza sottile.
Montare con le fruste il burro morbido con il restante zucchero, aggiungervi l'uovo e amalgamarlo, fino a ottenere un bel composto soffice.



Aggiungere poi la farina bianca steacciata insieme con il cucchiaino di lievito  e incorporarli al composto. Aggiungere anche la farina gialla e miscelare bene.
Infine aggiungere le nocciole tritate e mescolare fino a che il tutto sia diventato un impasto omogeneo.
Distribuirlo su una teglia tonda e bassa di 28 cm di diametro, pareggiandolo; decorare i bordi con i rebbi di una forchetta, "come fanno gli uccellini quando aiutano Biancaneve a decorare la sua torta", così come dice e mostra la mia assistente.



Infornare in forno già caldo a 180° per 20 minuti circa (o fino che assume un bel colore biscotto).
Sfornare e tagliare finché è ancora calda, in trancetti o fette (altrimenti poi è difficile da tagliare.
Servire spolverizzata a piacere di zucchero a velo o cacao.



E ora la storia, per lavorare insieme.
 
C'era un gran baccano nella dispensa. Nocciola Avellana e Mandorla Dolce stavano litigando impetuosamente.
"Io sono più importante di te!" gridava Nocciola.
"No, sono più importante io!" ribatteva, urlando, Mandorla.
"Io sono il frutto di un albero antico! Ho visto fondare Neapolis!"
"Ed io il seme di uno antico altrettanto! Ho visto sorgere i Templi della Valle dei Templi! E poi io ho dei fiori splendidi, mentre i tuoi sono tristi e scialbi!"
"Sì ma tua cugina Amara alla lunga è velenosa. E poi sei extracomunitaria, vieni dall'Asia!"
"E tu cresci misera sulla riva dei fiumiciattoli, cespuglio disordinato e scomposto!"
"Sì però io sono nelle creme al cioccolato che piacciono tanto ai bambini!"
"E io nei confetti, che segnano i momenti di festa degli uomini!"
"E io nel gianduiotto!"
"E io nel marzapane!"
E per un bel pezzo si sentirono sbraitare una quantità di squisitezze di cui ora l'una ora l'altra erano protagoniste.
Alla fine, Mandorla Dolce sbottò: "E io sono la regina della sbrisolona, il dolce più semplice e più buono!".
Nocciola Avellana tacque. Sì lei c'era in tanti dolci, ma nessuno era così semplice, così rustico e nello stesso tempo pregevole come la sbrisolona. Perciò tacque con un finto disinteressamento e si allontanò dando le spalle a quella presuntuosa di Mandorla Dolce. "Uffa! Uffa! E ancora uffa!" sbuffò tra sé.
Dopo poco giunse la Gran Madre della Cucina. Prese Nocciola Avellana e le sue sorelle e le mise in uno strano contenitore con Zucchero Semolato, un tipo sdolcinato e poco coerente, un po' d'Aroma di Vaniglia, uno molto sulle sue (doveva essere straniero e non capire la loro lingua). Improvvisamente tutto cominciò a girare vorticosamente e due lame poste sul fondo ridussero Nocciola e le sue sorelle in una granella più o meno sottile. Si sentiva un po' a pezzi, ma nelcontempo il suo profumo si levava da quella massa.
Gran Madre le lasciò ora riposare e Nocciola la osservò mentre sfaccendava lì intorno.
Prese del Burro (lo aveva intravisto già altre volte... era un tizio un po' untuoso, ma molto piacevole) e lo lavorò con Zucchero Semolato (ma quello scriteriato si accompagnava così facilmente con tutti?). Poi vi aggiunse un Uovo dal Tuorlo Giallo (un tontolone che non sapeva manco restare in piedi!) e continuò a lavorarli.
"Montate bene, amici miei, li invitava la Gran Madre". Pfui! Montarsi! C'erano un sacco di spacconi montati nella dispensa e nell'altro contenitore che chiamavano frigorifero! Per esempio Crema di Latte, che credeva di essere l'Imperatrice della cucina...
Poi la Gran Madre aggiunse la sua amica Farina Bianca. Anche lei viveva nella dispensa e a Nocciola piaceva molto: una tipa sottile, versatile, che si adattava facilmente alle varie situazioni e sapeva spessissimo rendersi utile. Una a posto, insomma.
Ancora aggiunse Farina Gialla, la cugina di bianca. Brava e buona ragazza, ma un po'... come dire... rustica.
Poi mise un cucchiaino di Lievito per Dolci, quell'individuo borioso, anche lui abitante della dispensa - che millantava un sacco di doti.
Infine prese Nocciola e le sue sorelle e le unì a quella composita compagnia. Che strano, quell'insieme l'avvolgeva, la copriva, la accarezzava. Ed era così piacevole.
Gran Madre prese il tutto e diede loro la bella forma tonda, distribuendola su una teglia sul cui fondo scrocchiava Carta Forno, l'inquilina silenziosa del ripiano superiore della dispensa,... e ora senti come chiacchierava, mentre la loro Signora decorava il loro margine con i rebbi della forchetta, quasi a farla sembrare una corona! Poi li mise nel forno caldo. La vampa li avvolse e li riscaldò. Dapprima sembrarono sciogliersi, poi, però la loro unione divenne più solida e durevole. Il loro colore divenne come quello dell'oro antico.
Quando la torta (perché questo era diventata ora Nocciola) uscì dal forno, mentre dintorno si diffondeva un profumo celestiale, la Sovrana della Cucina incise i segni delle fette sulla superficie, prima che il calore lasciasse del tutto il loro cuore e la rendesse... sì! una torta semplice, ma squisita, rustica ma deliziosa, una torta... come... come la sbrisolona di Mandorla Dolce! Un pizzico di vanità le suggerì "forse anche meglio...".
La Gran Madre si allontanò, lasciandola sul desco a riempire l'aria di aromi seducenti. E arrivò un bimbo. Ecco, ora si sarebbe allontanato sdegnoso e Nocciola si sarebbe sentita di nuovo triste e meschina. Invece annusò il suo aroma, allungò una manina e prese una fetta. Nocciola lo sentì sgranocchiare deliziato, mentre si allontanava. E si sentì meravigliosamente felice.
 
 

 
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